LA PROTESTA DEI TRASPORTATORI IN USA, METTE A RISCHIO L’EXPORT ITALIANO?

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La protesta negli Stati Uniti contro la crisi economica

Tutto il mondo è attento ed in ansia seguendo le notizie sulla guerra in Ucraina, ma intanto una lunga fila di camionisti sta attraversando gli Stati Uniti in protesta contro la crisi economica causata dalla pandemia.

Le esportazioni del made in Italy, principale leva dell’economia italiana, la crisi delle forniture negli Stati Uniti e le ripercussioni del conflitto in Ucraina rischiano di diventare una tempesta perfetta.

Gli esperti di esportazioni e logistica affermano che i fornitori italiani della grande distribuzione americana, in questi ultimi due anni e il conflitto tra Russia-Ucraina ha semplicemente creato un ulteriore livello di incertezza che avrà dei suoi riflessi, per quanto riguarda le tariffe del commercio internazionale.

Si stima che le esportazioni italiane verso gli Stati Uniti sono cresciute del 23,4% nel 2021.

E’ oggettivamente una forte crescita, superiore alla media mondiale ed europea, ma che è anche il risultato di una corsa contro il tempo dei distributori a riempire i magazzini e rifornire gli scaffali vuoti visti durante la pandemia.

Gli Stati Uniti sono la prima economia mondiale ed il primo partner commerciale dell’Italia fuori dall’Unione Europea.

Le aziende non ancora preso consapevolezza degli effetti di lungo periodo di questa situazione. Non si nota una strategia di lungo periodo e alcuni degli effetti che si stanno concretizzando in questo momento probabilmente avranno un chiaro esordio dal 2023, il 2022 è ancora un anno di passaggio”.

I camionisti americani protestano procedendo verso la capitale americana, il mercato americano resta difficile, con forniture irregolari. Dopo il panico della corsa agli acquisti di inizio pandemia, le immagini di scaffali vuoti si sono ripetute a causa di problemi lungo l’intera supply chain, in tutti gli angoli degli Stati Uniti dal Midwest, Texas all’Arizona, la California e ovviamente sulla East coast.

E’ un momento in cui i clienti hanno bisogno di certezze, hanno bisogno di comprendere se i nostri prodotti riescono ad arrivare in tempo sugli scaffali. Tanti scaffali vuoti di più categorie merceologiche,

e quindi ovviamente i clienti sono preoccupati alla luce di tutte le situazioni contingenti che si sono verificate negli ultimi mesi”.

Una buona strada per ridurre quella che è la carenza di vendite dovuta all’Italian sounding, potrebbe essere semplicemente puntare sulla qualità e sull’educazione dei consumatori che dovranno imparare come riconoscere i prodotti autentici grazie all’istituzione, claim e grazie alle etichette che parlano in maniera chiara, diretta e possono dare delle indicazioni molto più precise su quelle che sono i prodotti che sono prodotti effettivamente in Italia.

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